Nel 2014 veniva proiettato nelle sale cinematografiche il grazioso corto “Lava” distribuito dalla casa di produzione Pixar Animation Studios. Protagonisti sono Uku, un vulcano di un’isola dell’oceano Pacifico, e Lele, un vulcano sottomarino. Questo cartone, nel raccontare la storia d’amore dei due vulcani, ci mostra anche alcuni fatti geologici accurati dell’area dell’oceano Pacifico.
Qui infatti troviamo un gran numero di vulcani, la cui distribuzione non è casuale ma nella maggior parte dei casi segue una linea che racchiude l’oceano stesso: la cosiddetta cintura di fuoco. È un’area dove le eruzioni, molto violente ed esplosive, si accompagnano a forti terremoti e formano vulcani conici con pendii ripidi. Questi fenomeni sono dovuti alla subduzione delle placche tettoniche e formano delle strutture chiamate sistema arco-fossa, numerose nella cintura di fuoco. Detto in parole semplici, quando due placche di crosta oceanica si scontrano, quella più vecchia e densa si infila sotto a quella più giovane (appunto subduce) formando così una fossa oceanica molto profonda. A mano a mano che la placca sprofonda, la temperatura aumenta; ciò fa sì che la crosta terrestre venga fusa, producendo del magma che risale verso la superficie e dà vita alle eruzioni vulcaniche. Si formano così degli edifici vulcanici sottomarini; successivamente questi emergono e diventano isole vulcaniche disposte a forma di arco rivolto verso la fossa oceanica. Un esempio di sistema arco-fossa sono ad esempio le isole Marianne e l’arcipelago del Giappone.

In blu sono evidenziate le fosse oceaniche e i relativi archi vulcanici
USGS, Pacific Ring of Fire, marked as public domain, more details on Wikimedia Commons
La stessa cosa succede quando a scontrarsi sono una placca oceanica e una continentale: la prima, essendo più densa, subduce formando così la fossa oceanica e il relativo arco magmatico sul continente. Dietro a questo, come conseguenza delle enormi forze in gioco, si forma anche una catena montuosa che continuerà a crescere in altezza fino a che non cessa la subduzione. È questo il caso della fossa del Perù e del Cile, dietro alla quale troviamo la catena delle Ande. La presenza di questi fenomeni di subduzione lungo i confini dell’oceano Pacifico ci mostra un fatto importante: questo oceano si sta lentamente chiudendo! Il continente asiatico e quello americano si stanno avvicinando inesorabilmente e tra milioni di anni si congiungeranno.

Ciao57, Subduction-it, CC BY-SA 4.0
Oltre ai vulcani della cintura di fuoco, nell’oceano Pacifico ne troviamo altri che non sono situati ai margini di placche tettoniche ma al centro di esse e prendono il nome di punti caldi. In questo caso troviamo una risalita di magma dal mantello terrestre verso la superficie e la placca, spostandosi, semplicemente ci scorre sopra. Per questo vulcani prima attivi, a mano a mano che la placca si sposta, non si trovano più sopra alla colonna di magma e diventano estinti; col passare del tempo l’erosione distrugge lentamente l’edificio vulcanico che si era formato. Dopo migliaia di anni ciò che resta dell’antico vulcano è un cono appiattito alla sommità su di un’isola sommersa dall’oceano: questa struttura viene chiamata guyot. Il caso forse più famoso di punto caldo è quello delle isole Hawaii. I nomi dei nostri due amici vulcani ci suggeriscono proprio una loro origine hawaiana, e sarebbero quindi un caso di punto caldo.

Joel E. Robinson, USGS., Hawaii hotspot cross-sectional diagram, marked as public domain, more details on Wikimedia Commons
Sull’isola di Uku viene anche mostrata una gran varietà di specie animali. In effetti dove ci sono vulcani il terreno è molto fertile: la lava che viene eruttata infatti è ricca di elementi chimici come magnesio, calcio e potassio indispensabili per la vita. Questo fa sì che si sviluppi una ricca flora che, a sua volta, permette la l’esistenza di svariate specie animali e di un florido ecosistema!
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