CHE UCCELLO È BEEP BEEP?

Una delle serie di cortometraggi più amate e popolari narra le vicende di un coyote e dei suoi tentativi, tanto ingegnosi quanto infruttuosi, di catturare uno struzzo…no forse era un nandù…no neanche quello… Ma allora a quale specie appartiene il tanto agognato pasto del povero coyote?

La caratteristica che ci induce in errore e ci porta a pensare che Beep Beep sia uno struzzo è la sua apparente inabilità al volo. Spesso poi si crede che sia un uccello di dimensioni ragguardevoli, proprio come uno struzzo. In realtà Beep Beep non è poi così grosso: se consideriamo che la sua nemesi, il coyote, è alto al garrese circa 50 cm, ci rendiamo conto che è molto più piccolo di uno struzzo (che invece supera tranquillamente i 2,5 metri di altezza). Dobbiamo escludere lo struzzo anche per una questione geografica: i cartoni infatti sono ambientati in America, più precisamente nella Monument Valley, mentre gli struzzi si trovano Africa. Nel continente americano troviamo un parente dello struzzo, un po’ più piccolo (1,5 metri di altezza), che gli assomiglia molto: il nandù, ma il simpatico protagonista non fa parte nemmeno di questa specie.

Da sinistra:
– Struzzo, Namibia, This work is licensed under CC BY-NC-ND 4.0 
– Nandú, Tacuarembó Uruguay, Enrique Manuel González González, Ñandú (Rhea americana), Uruguay, 2020CC BY-SA 4.0
– Emu, Tidbinbilla, Australian Capital Territory, Australia, JJ Harrison (https://www.jjharrison.com.au/), Emu 1 – TidbinbillaCC BY-SA 4.0

A questo punto sorge però spontanea una domanda: perché struzzi e nandù, pur vivendo in continenti diversi, si assomigliano così tanto? Le stesse caratteristiche che accomunano questi due uccelli, in particolare l’inabilità al volo e le grosse dimensioni, si ritrovano poi anche in emù, casuari e kiwi, che vivono in Oceania. Fino a qualche anno fa si riteneva che queste specie si assomigliassero poiché discendevano da un antenato comune vissuto nel supercontinente Gondwana. Questo uccello avrebbe già posseduto i tratti distintivi dei ratiti (così vengono chiamate le sopracitate specie di uccelli incapaci di volare). Con la frammentazione del supercontinente, popolazioni di questo ancestrale antenato si separarono evolvendosi nelle odierne specie esistenti. Recentemente però è stata proposta un’altra spiegazione, dove i ratiti si sarebbero evoluti a partire da più antenati. L’incapacità di volare sarebbe quindi comparsa più volte come risultato di un’evoluzione convergente (altri esempi di questo processo evolutivo sono la falena colibrì e i sirenidi). L’ipotesi più accreditata è che l’estinzione dei dinosauri erbivori e dei grossi predatori rese disponibili savane e praterie, rendendo più conveniente per alcuni uccelli perdere la capacità di volare.

Geococcyx californianus
Dominic SheronyGreater Roadrunner (Geococcyx californianus) (3399096675)CC BY-SA 2.

Tornando al nostro amico Beep Beep, la specie a cui appartiene non ha niente a che vedere con i ratiti. È infatti un Geococcyx californianus o corridore della strada, ed è un parente stretto del cuculo, appartenendo alla stessa famiglia. È effettivamente un eccellente corridore, superando i 25 km/h. Seppur questa velocità sia molto inferiore ai 60 km/h raggiunti dallo struzzo, resta comunque l’uccello volatore più veloce a terra. È infatti capace di volare, ma preferisce correre volando solo se strettamente necessario. Geococcyx californianus costruisce il nido nei cespugli e vi depone le uova, ma sono noti alcuni casi dove le uova sono state deposte in nidi di uccelli di altre specie, proprio come fanno molte specie di cuculo. È un abile cacciatore: si nutre di lucertole, uccelli, piccoli mammiferi e serpenti anche velenosi; di solito uccide le prede con un colpo del becco, ma quando non riesce le sbatte contro le rocce.

Coyote (Canis latrans)
Gregory “Slobirdr” SmithCoyote (Canis latrans) (28398397300)CC BY-SA 2.0

Resta ora un’ultima domanda a cui rispondere: i coyote predano realmente i corridori della strada? La risposta è sì: Geococcyx californianus fa parte delle prede abituali del coyote, che nella realtà riesce molto più di frequente che nella finzione a catturare il tanto sospirato pasto!

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