IL CANTO DEL CUCÙ

Protagonista di canti e leggende popolari, la sua presenza è un chiaro segnale dall’arrivo della primavera: ascoltare il suo verso è molto facile, ma avvistarlo non è altrettanto semplice. Si tratta del cuculo o Cuculus canorus, un uccello nidificante in Eurasia e Africa settentrionale. Ma forse nel caso di questo volatile il termine nidificante può essere ingannevole, e questa storia di inganni è piena.

Cuculus canorus
Ron Knight from Seaford, East Sussex, United Kingdom, Common Cuckoo (Cuculus canorus) (8079424957)CC BY 2.0

Una famosa canzone recita “Cucù, cucù, l’aprile non c’è più, è ritornato maggio al canto del cucù. Lassù per le montagne la neve non c’è più, comincia a fare il nido il povero cucù”. Effettivamente il periodo in cui si inizia a sentire il cuculo è tra la fine di marzo e il mese di aprile, e con l’arrivo di maggio il suo canto diventa sempre meno frequente. Pur non essendo un uccello notturno capita di udirlo anche di notte, e come spesso accade negli uccelli è il maschio a cantare per segnalare la sua presenza alle femmine e a potenziali maschi rivali durante il periodo della riproduzione.

Di nidi però il cuculo ne fa ben pochi, almeno non per deporre le uova: è infatti un famoso parassita di cova! La femmina depone una ventina di uova, ognuna delle quali viene posta in un nido appartenente ad altre specie, perlopiù passeriformi; queste uova assomigliano molto a quelle della specie parassitata, al punto che i prescelti non riescono a distinguerle delle proprie, e generalmente schiudono qualche giorno prima. Il pulcino appena nato per prima cosa si carica sulle spalle le altre uova e le butta giù dal nido: in questo modo si garantisce tutte le attenzioni dei genitori “adottivi”, e ne ha davvero bisogno! Le specie parassitate infatti sono molto spesso di taglia più piccola del cuculo, e i poveri malcapitati si trovano così a dover nutrire un pulcino più grande di loro. È interessante notare come questo comportamento del cuculo sia un comportamento innato e non appreso dai genitori e il vantaggio evolutivo di tutto ciò è presto spiegato: le cure parentali comportano un notevole dispendio di energie, e in questo modo a sostenerne lo sforzo sarà qualcun altro.

Clamator glandarius
Derek Keats, Great spotted cuckoo, Clamator glandarius, at Mapungubwe National Park, Limpopo, South Africa. – 51840735933CC BY 2.0

Il parassitismo di cova è un comportamento molto diffuso all’interno della famiglia Cuculidae; alcune specie, come il nostro cuculo comune, si riproducono esclusivamente in questo modo, altre invece solo occasionalmente. Un caso interessante è quello del cuculo dal ciuffo (Clamator glandarius), diffuso in Africa e alcune zone del bacino mediterraneo. Questo cuculo parassita i corvidi, soprattutto gazze, i quali alle volte riescono ad individuare l’uovo non appartenente alla loro nidiata e a sbarazzarsene. Il cuculo, perciò, torna a visitare i nidi dove ha deposto le uova e, se non le trova, provvede a distruggerli con tutto con il loro prezioso contenuto. Gli sfortunati prescelti finiscono così per accettare l’uovo intruso pur di non perdere le proprie. Questo comportamento viene spesso definito come “l’ipotesi mafiosa”, proprio per la sua somiglianza con il modus operandi delle organizzazioni mafiose.

Dicrurus adsimilis, Namibia 2018
Dicrurus adsimilis, Namibia © 2018 is licensed under CC BY-NC-ND 4.0 

In alcune delle specie parassitate si sono evoluti dei meccanismi che permettono loro di individuare l’uovo del cuculo. È il caso del drongo africano, o Dicrurus adsimilis. Questo uccello vive in Africa e viene parassitato dal cuculo africano, Cuculus gularis; le sue uova sono caratterizzate da disegni molto complicati e variopinti, che l’uovo del cuculo imita quasi alla perfezione. Un recente studio ha però scoperto come l’evoluzione abbia permesso alle femmine di drongo di correre ai ripari: ogni femmina depone infatti uova con un pattern particolare, che solo lei è in grado di produrre e riconoscere. Questa capacità dà un vantaggio sul cuculo, permettendo al drongo di individuare l’uovo intruso e di sbarazzarsene. In questa storia di imbrogli, però, il drongo non è solo vittima, ma è a sua volta un ingannatore. Questo uccello è infatti capace di emettere una gran varietà di suoni che gli permettono di imitare i richiami di animali di altre specie. Nel deserto del Kalahari sono stati osservati dronghi che, in presenza di un predatore, imitavano il richiamo dall’allarme dei suricati. Dopo essersi guadagnati la loro fiducia, l’uccello emetteva il richiamo anche in assenza del predatore: i suricati scappavano abbandonando le prede trovate e il drongo poteva gustarle in pace!

Il parassitismo di cova permette al cuculo di risparmiare energie, ma dover dipendere da altre specie lo espone a un grosso rischio: è infatti un uccello migratore che sverna in Africa e nel corso dell’evoluzione il suo rientro in Europa si è sincronizzato con il periodo di nidificazione delle specie parassitate. Tuttavia, le temperature sempre più miti degli ultimi anni fanno sì che queste nidifichino sempre prima e il cuculo arriva troppo tardi all’appuntamento, perdendo la sua occasione per riprodursi.

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