PETRICORE: IL PROFUMO DELLA PIOGGIA

Dopo un lungo periodo di siccità arriva finalmente la pioggia! Ci fermiamo a prendere una boccata d’aria e un odore inconfondibile ci riempie i polmoni: il profumo di pioggia. I primi a studiare questo fenomeno negli anni ’60 furono gli australiani Isabel Joy Bear e Richard Grenfell Thomas: lo chiamarono petricore, nome di origine greca che rimanda all’icore (ἰχώρ), il sangue degli dèi. Le loro ricerche li portarono a scoprire quale sostanza conferisca al petricore il suo caratteristico aroma di terra e fango (Bear, I., Thomas, R. Nature of Argillaceous Odour. Nature 201, 993–995 (1964). https://doi.org/10.1038/201993a0).

Si tratta della geosmina, un alcol biciclico della famiglia dei terpeni, composti aromatici prodotti da molte piante. Tra le altre cose la geosmina è responsabile del particolare sapore delle barbabietole e del cattivo odore di vini colpiti dal fungo Penicillium expansum.  È un composto molto volatile a cui il nostro olfatto è sensibile, riuscendo ad individuarla anche a concentrazioni molto basse. Sembrerebbe che la stessa cosa accada anche ad alcuni animali, tra cui i cammelli: sarebbe proprio la geosmina a guidarli verso l’acqua nel deserto. Alcuni studiosi si sono spinti ad ipotizzare che la ragione per cui il profumo della pioggia piace così tanto a molti di noi sia proprio una reminiscenza di quando l’uomo primitivo si affidava all’olfatto per la propria sopravvivenza. La geosmina presente nel suolo viene prodotta dai batteri attinomiceti. Questi organismi proliferano in terreni umidi e caldi e quando l’acqua nel suolo inizia a scarseggiare muoiono; prima però producono le spore indispensabili per la loro riproduzione. E sono proprio le spore a contenere la geosmina che, al cadere delle gocce di acqua, diffonderà nell’aria il petricore.

Alcuni studi ipotizzano che i cammelli vengano guidati verso le fonti d’acqua proprio dalla geosmina
Alexandr frolovCamel Farm in Mongolia 02CC BY-SA 4.0

Il profumo di pioggia non è sempre perfettamente identico, e questo è dovuto al fatto che l’odore della geosmina si mescola con quello di altre sostanze presenti nel suolo. Fu sempre Isabel Joy Bear a scoprire che, nei periodi siccitosi, le piante producono degli olii (Bear, I., Thomas, R. Petrichor and Plant Growth. Nature 207, 1415–1416 (1965). https://doi.org/10.1038/2071415a0). La loro funzione sarebbe quella, all’arrivo della pioggia, di ritardare la germinazione dei semi presenti nelle vicinanze in modo da garantirsi un vantaggio. Gli esperimenti condotti hanno mostrato come più a lungo un seme resta in un terreno impregnato da queste sostanze, più tempo ci metterà a germogliare in condizioni favorevoli.

Gli olii prodotti dalla piante influenzano l’aroma del petricore
SiberianJayÖverbo-02573CC BY-SA 4.0

Nel 2015 uno studio del MIT ha identificato il meccanismo mediante il quale queste sostanze passano dal suolo all’atmosfera (Joung, Y., Buie, C. Aerosol generation by raindrop impact on soil. Nat Commun 6, 6083 (2015). https://doi.org/10.1038/ncomms7083). Usando telecamere ad alta velocità i ricercatori hanno scoperto che, quando una goccia d’acqua colpisce il terreno, si formano delle piccole bolle d’aria contenenti le particelle odorose. Queste bolle si comportano esattamente come le bollicine che troviamo nello spumante: si spostano verso l’alto finendo per scoppiare. Ci pensa poi il vento a diffondere nell’aria il petricore! Questo studio spiega anche come sia possibile inalare patogeni presenti nel suolo, come Escherichia coli, aiutando così a capire come contenere le epidemie che ne conseguono.

Che sia un’atavica memoria di una vita primitiva dove la sopravvivenza dipendeva dall’arrivo della pioggia o il pensiero di sonnacchiosi pomeriggi sul divano di casa a guardare fuori dalla finestra, è indubbio che il profumo di pioggia piace a molti di noi. Il petricore è gradito al punto da aver ispirato la produzione di profumi: oggigiorno, infatti, la geosmina viene usata per la produzione di oli profumati, candele e cosmetici.

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