DA GIANMARCO TAMBERI AI CAMPIONI ANIMALI, CHI VINCERÀ LA GARA?

Protagonista indiscusso dei XXVI campionati europei di atletica leggera di Roma, capace di saltare 2,39 metri e di emozionare il pubblico, il suo nome ormai è conosciuto da tutti: Gianmarco Tamberi! Detentore del record nazionale di salto in alto, Tamberi è sicuramente il saltatore italiano più conosciuto del momento. Questa disciplina nasce molto lontano: pur non essendoci prove della sua inclusione nel programma dei Giochi Olimpici antichi, si hanno notizie di gare di salto in alto nel mondo in vari momenti storici. Requisito fondamentale per eseguire un salto valido è quello di staccare da terra con un solo piede in appoggio. La tecnica con cui viene eseguito il salto è libera ma oggigiorno quella più utilizzata è lo stile Fosbury, introdotto dal saltatore statunitense Dick Fosbury. Eseguendo il salto con la schiena rivolta verso l’asticella piuttosto che verso l’alto, Fosbury stabilì il nuovo record mondiale di 2,28 metri ai Giochi Olimpici di Città del Messico nel 1968. Attualmente il record mondiale maschile appartiene al saltatore cubano Javier Sotomayor (2,45 metri), mentre quello femminile alla saltatrice bulgara Stefka Kostadinova (2,09 metri). Ma se i Giochi Olimpici fossero aperti a partecipanti di tutto il regno animale, come cambierebbero le carte in tavola?

Gianmarco Tamberi ai XXV campionati europei di atletica leggera di Monaco di Baviera, 2022
Sandro Halank, Wikimedia Commons, CC BY-SA 4.0, 2022-08-18 European Championships 2022 – Men’s High Jump by Sandro Halank–009CC BY-SA 4.0

Sicuramente un posto sul podio lo conquisterebbe facilmente il puma (Puma concolor). Appartenente alla stessa sottofamiglia dei nostri amici gatti, questo animale è il felino che salta più in alto, facendo registrare salti di 4-5 metri di altezza. Ad onore del vero il puma potrebbe partecipare anche alle gare di salto in lungo, con misure che superano i 12-13 metri! E sempre dalla famiglia dei felidi arriva un altro favorito: il leopardo delle nevi. Entrambi questi animali hanno potenti zampe che forniscono loro la spinta necessaria al salto, mentre la lunga e robusta coda gli consente di mantenere l’equilibrio.

Puma fotografato nel Montana
Elaine R. WilsonMountain Lion (C)CC BY-SA 3.0

In gara troveremmo poi gli animali che del salto hanno fatto il loro metodo principale di locomozione: i canguri. Questi marsupiali, capaci nelle specie più grandi di saltare fino a 3 metri di altezza, trovano nella loro anatomia il segreto per questa loro straordinaria capacità. Le zampe posteriori di un canguro, infatti, sono munite di tendini molto lunghi e resistenti che si comportano come molle: accumulano energia elastica sotto il peso dell’animale e la rilasciano durante il salto, permettendo così all’animale di consumare meno energia rispetto a salti compiuti con la sola forza fornita dai muscoli. Questo accorgimento anatomico farebbe sicuramente comodo a Gianmarco Tamberi: i tendini dei saltatori vengono sottoposti a notevoli sollecitazioni e per questo sono tra gli infortuni più frequenti.

Sequenza di salto di Macropus giganteus, canguro grigio orientale, composta da sei scatti
Charles J. Sharp creator QS:P170,Q54800218, Eastern grey kangaroo (Macropus giganteus) Mount Annan composite of 6CC BY-SA 4.0

Se parliamo però di salto in alto in relazione alla taglia corporea, allora per trovare i vincitori dovremmo spostarci nel mondo degli insetti. Cavallette, grilli e locuste, per citarne solo alcuni, saltano in verticale diverse volte la lunghezza del loro corpo. Il primato assoluto andrebbe però a un insetto grande appena un paio di millimetri o poco più e privo di ali: Ctenocephalides canis, la pulce del cane. Questo piccolo parassita ha zampe posteriori adattate a compiere grandi balzi e in questo caso l’energia necessaria a saltare viene fornita dalla resilina, una proteina che si trova in molte specie di insetti; ad esempio, permette a mosche e libellule di battere le ali a velocità notevoli. Semplificando, durante il salto la pulce prima piega le zampe posteriori, poi contrae i muscoli del torace e così facendo comprime la resilina. Distendendo le zampe la resilina può a sua volta distendersi liberando così l’energia accumulata. Questa proteina è talmente efficiente da essere oggetto di studio in molti campi. La pulce riesce così a saltare diversi centimetri; per fare un paragone, Tamberi dovrebbe saltare un grattacielo alto 200 metri per poter competere con loro!

Ctenocephalides canis
Katja ZSMCtenocephalides canis ZSMCC BY-SA 3.0

Anche se quando si parla di salti non ci vengono subito in mente, in questa competizione dovremmo tener conto anche di squali e cetacei. Questi animali marini riescono infatti a saltare fuori dall’acqua con tutto il loro corpo grazie alla poderosa muscolatura della coda, comportamento che prende il nome di breaching. Gli squali bianchi che popolano le acque attorno a Seal Island in Sud Africa sono famosi per praticare spesso il breaching, compiendo salti anche di 2-3 metri! Si stima invece che le orche, quando saltano fuori dall’acqua con tutto il corpo, possano arrivare a 5-6 metri. Il perché lo facciano non è ancora ben chiaro; tra le ipotesi più accreditate possiamo citare una forma di comunicazione, per gioco oppure per eliminare parassiti fastidiosi.

Gianmarco Tamberi ai XXV campionati europei di atletica leggera di Monaco di Baviera, 2022
Sandro Halank, Wikimedia Commons, CC BY-SA 4.0, 2022-08-18 European Championships 2022 – Men’s High Jump by Sandro Halank–035CC BY-SA 4.0

Molti altri animali potrebbero partecipare alla nostra gara di salto in altro: rane, scimmie, antilopi, conigli… Insomma, Gianmarco Tamberi e gli altri saltatori troverebbero un gran numero di avversari!

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