Un cucchiaio d’argento scompare e del furto viene ingiustamente accusata la servetta Ninetta; prima che venga condannata a morte si scopre che il colpevole è in realtà una gazza ladra. È questo il fatto principale attorno al quale ruota l’opera di Gioachino Rossini, intitolata appunto “La gazza ladra”, andata in scena per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano il 31 maggio 1817. Se la cattiva nomea della gazza ladra fosse già nota e il famoso compositore ne abbia preso spunto, oppure se l’opera rossiniana sia l’origine di questa credenza non è ben chiaro. Quel che è certo è che a tutt’oggi il nome comune di questo uccello allude alla sua presunta abitudine di rubare oggetti preziosi e luccicanti e nasconderli nel proprio nido: ma sarà davvero così?

Stephen James McWilliam, Pica pica 123681341, CC BY 4.0
In realtà le notizie di cronaca riportano ben poche refurtive certe. Pare che nel 2008 sia stato rinvenuto in un nido un anello di fidanzamento; in un altro caso una gazza ladra avrebbe ripetutamente sottratto chiavi, monete e altri oggetti da un’autorimessa situata a Rochdale. A parte questi sporadici episodi, non ci sarebbe nessun altro evento certo a supporto di questa teoria. A ben vedere, considerando l’aumento di gazze ladre che molte città italiane hanno registrato negli ultimi anni, avremmo dovuto assistere anche ad un aumento di furti di piccoli oggetti, ma non pare essere questo il caso.
La fama di ladra di questo uccello, il cui nome scientifico è Pica Pica, potrebbe derivare dalle sue abitudini predatorie: come molti altri corvidi, anche la gazza si ciba di uova e nidiacei predandoli direttamente dal nido di altre specie, dando l’impressione a chi osserva la scena di assistere ad un furto. Essendo poi un predatore opportunista, può capitare di vederlo frugare nei cestini della spazzatura e sottrarre il pasto ad altri animali, corroborando la tesi del ladrocinio. D’altronde non sarebbe la prima specie ad essere accusata di furto basandosi su evidenze sommarie!

Imran Shah from Islamabad, Pakistan, Eurasian Magpie (Pica pica bactriana) (23084262452), CC BY-SA 2.0
Per quanto riguarda la predilezione delle gazze ladre per gli oggetti preziosi, uno studio del 2014 del Centre for Research in Animal Behaviour della Exeter University sembrerebbe provare proprio il contrario. I ricercatori hanno posto delle noci a 30 centimetri da oggetti luccicanti di vario genere e hanno osservato il comportamento delle gazze ladre. Su 64 casi, solo due volte le gazze hanno raccolto un anello d’argento per poi lasciarlo immediatamente. Tutte le altre volte non solo gli oggetti non sono stati rubati, ma gli uccelli hanno mostrato di essere più nervosi e di nutrirsi meno di quanto non facessero con le noci vicine ad oggetti opachi. Il mito sembra così sfatato; anzi, i ricercatori propongono proprio una teoria opposta circa la sua origine. Non sarebbero le gazze ladre a raccogliere principalmente oggetti scintillanti, ma saremmo noi a notarlo maggiormente proprio perché più appariscenti di materiali opachi (un po’ come alcuni studi suggeriscono che le scimmie negli zoo inizino ad imitarci solo dopo che noi per primi le abbiamo scimmiottate).

David Merrett from Daventry, England, Pica pica -Daventry Country Park, Daventry, Northamptonshire, England-8, CC BY 2.0
Chiarito l’equivoco, bisogna dire che in effetti può capitare di vedere le gazze ladre maneggiare oggetti di varia natura, usandoli come utensili. La specie Pica Pica è infatti molto intelligente; insieme ad altri corvidi, il rapporto fra le sue dimensioni e quelle del suo cervello è molto vicino a quello di cetacei e scimmie antropomorfe, e come questi è in grado di riconoscersi allo specchio e sviluppare comportamenti sociali complessi.

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