Ogni anno lo spettacolo si ripete: centinaia di stelle cadenti solcano il cielo nelle notti di agosto. Già da fine luglio sono visibili, e continueranno ad esserlo fino alla fine di agosto; ma è attorno al 10 di questo mese, giorno di San Lorenzo, che questo fenomeno raggiunge il suo picco ed è per questo che molti di noi aspettano questo momento per mettersi col naso all’insù e godersi l’evento.

PsamatheM, 04-Perseid-2021-nX-5, CC BY-SA 4.0
Il nome stelle cadenti in realtà ha poco a che fare con la loro vera natura (fortunatamente le stelle non possono precipitare!) e più con il loro aspetto. Si tratta infatti di frammenti di roccia e ghiaccio, che tecnicamente vengono chiamati meteoroidi, lasciati nello spazio da asteroidi o comete di passaggio. Se questi detriti si trovano vicino all’atmosfera terrestre, vengono “catturati” dalla forza di gravità del nostro pianeta e iniziano la loro discesa verso la superficie terrestre. A questo punto i meteoroidi, che viaggiano alla velocità di decine di km/s (il che vuol dire migliaia di chilometri all’ora!), bruciano per attrito con le molecole presenti nell’aria e formano quella scia luminosa che noi vediamo: la stella cadente o meteora. La maggior parte di essi si dissolve completamente ben prima di raggiungere la superficie terrestre, ma nel caso di meteoroidi particolarmente grandi alcuni frammenti possono arrivare al suolo: si tratta dei meteoriti.

Till Credner, PerseusCC, CC BY-SA 3.0
Le stelle cadenti che si vedono nella notte di San Lorenzo sono meteoroidi lasciati dalla cometa Swift-Tuttle durante i suoi passaggi. L’ultima volta che questa cometa è stata nei nostri cieli è stato nel 1992 e, avendo un periodo di rivoluzione di circa 133 anni, tornerà nel 2126. Gli sciami di meteore prendono tradizionalmente il nome dalla costellazione presente nella porzione di cielo in cui è possibile osservare il fenomeno; in questo caso si tratta delle stelle cadenti delle Perseidi: per vederle, quindi, dovremo cercare la costellazione di Perseo. I giorni di picco delle Perseidi, come abbiamo detto, sono attorno alla notte di San Lorenzo, ed è in questo momento che le stelle cadenti raggiungono una frequenza di centinaia all’ora. Le Perseidi non sono l’unica pioggia di stelle cadenti visibili, ma solo quello più famosa. Altri sciami di meteore sono, ad esempio, le Leonidi a novembre, causate dalla cometa Tempel-Tuttle, e le Geminidi di dicembre, provocate dall’asteroide 3200 Phaethon. Ogni giorno, poi, l’atmosfera terrestre cattura detriti: ciò vuol dire che, con una buona dose di fortuna, è sempre possibile vedere una stella cadente.

Dai Jianfeng/IAU OAE, Meteor showers, First Place (ann21047j), CC BY 4.0
Purtroppo, al giorno d’oggi è più difficile osservarle per via dell’inquinamento luminoso: per godere dello spettacolo del cielo stellato dobbiamo spostarci in zone sempre più remote. Ormai anche in alta montagna e nelle isole meno lontane dalla costa le notti non sono più buie. Se in alcuni casi l’illuminazione notturna è indispensabile (basti pensare alla sicurezza stradale), in molti altri si potrebbe, se non farne a meno, quanto meno ridurla drasticamente: insegne luminose sempre accese anche dove non vengono viste, uffici vuoti illuminati di notte, lampade che invece di illuminare a terra proiettano la loro luce verso l’alto. Oltre a privarci dello spettacolo del cielo stellato e a interferire con l’attività di numerose specie animali e vegetali, tutte queste luci sono anche un costo inutile per la nostra società: usandole in modo più efficiente si potrebbe ridurre, con una spesa inferiore a quella attuale, spreco energetico ed inquinamento.

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